Scienza

nov302017

Integrare con vitamina D nella PCOS

Maggiori sono le evidenze scientifiche sul ruolo svolto dalla vitamina D nell'organismo, maggiori sono i lavori che prendono in considerazione l'integrazione della vitamina nell'ambito delle patologie che hanno dimostrato di essere associati a stati carenziali. È questo il caso della sindrome da ovaio polistico, o PCOS, e l'obiettivo di questo lavoro era valutare gli effetti dell'integrazione di vitamina D in combinazione con una dieta ipocalorica sul profilo androgenico nella PCOS. L'indagine non ha preso in esame le donne normopeso, ma solo situazioni di sovrappeso o obesità. Due gruppi hanno seguito una dieta ipocalorica per 12 settimane, un gruppo integrando con un placebo, un gruppo integrando con 50.000 UI/settimana di vitamina D3. I due gruppi hanno mostrato analoghi risultati sulla perdita di peso, sul ridurre la circonferenza addominale e la massa grassa, e i dati mettono in luce come all' integrazione con vitamina D3 non siano associate riduzioni complessive della concentrazione di androgeni: la media del testosterone totale è diminuita in modo insignificante da 0,7 a 0,5 ng / ml nel gruppo vitamina D (p = 0,18). Inoltre, non ci sono state differenze significative per quanto riguarda DHEAS (dehydroepiandrosterone sulfate), FAI (free androgen index) e SHBG (sex hormone-binding globulin) tra due gruppi. Entrambi i gruppi hanno migliorato ciclo mestruale e fertilità, ma in questo caso i miglioramenti sono stati più significativi nel gruppo integrato. Con questo studio si conferma quindi l'importanza della perdita di peso per la riduzione dell'iperandrogenismo e il miglioramento della funzione mestruale, l'ovulazione e la fertilità, ma la vitamina D potrebbe svolgere un ruolo importante nel recupero della fertilità in queste donne.

Fonte: J Endocrinol Invest. 2017 Nov 6.

Silvia Ambrogio

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