Attualità

mag192016

Adulti italiani: consumo di zuccheri nei limiti e non correlato al rischio di sovrappeso

Adulti italiani virtuosi per quanto riguarda il consumo giornaliero di zuccheri, che risulta ben distribuito tra le diverse fonti alimentari, frutta latte e yogurt, prodotti pronti e confezionati e bevande: l'assunzione totale è al di sotto dei livelli indicati dai Larn (revisione 2014) e pari a 65 e 67 grammi al giorno, per donne e uomini rispettivamente.
È quanto emerge dai risultati definitivi dello studio osservazionale Liz (Liquidi e zuccheri), nato da una collaborazione fra Simg (Società italiana di Medicina Generale) e Nfi (Nutrition Foundation of Italy), con il coinvolgimento di 200 medici di famiglia e recentemente pubblicato su European journal of Nutrition. Dall'esame di un campione di 2000 adulti, scelti secondo un protocollo randomizzato, è emerso che gli zuccheri provengono per lo più dal regolare consumo di frutta, mentre latte e yogurt concorrono in misura minore. Inoltre il 94% degli uomini e delle donne è al di sotto della soglia raccomandata dall'Oms di assunzione di zuccheri aggiunti (il 10% delle calorie totali) e oltre il 70% è entro il 5%, valore ancor più restrittivo, recentemente proposto dall'Oms stessa.
Ma non è tutto. L'insieme delle informazioni ha riguardato le misurazioni di peso altezza, Bmi, girovita, pressione arteriosa, stile di vita (sedentarietà, attività fisica, abitudine al fumo), e consumi alimentari. I valori di Bmi rivelano come i partecipanti allo studio siano in lieve sovrappeso, in accordo con i dati Istat e fanno emergere anche un secondo aspetto interessante, rileva Franca Marangoni, responsabile dei progetti di ricerca Nfi e autrice dello studio insieme ad Andrea Poli (Presidente Nfi), Claudio Cricelli, Ovidio Brignoli (Presidente e Vicepresidente Simg): «l'assenza di correlazione tra assunzione di zuccheri totali e rischio di sovrappeso o di valori elevati di circonferenza addominale nella popolazione in esame», fatto probabilmente dovuto al consumo mediamente basso di zuccheri. Inoltre, spiega Poli, i dati fanno ipotizzare che il lieve sovrappeso presente potrebbe non essere imputabile allo zucchero. Questi dati suggeriscono la necessità di studi prospettici che seguano, nell'arco di più anni, l'evoluzione delle abitudini, dei consumi e della salute, conclude Poli, «per evidenziare i fattori che, nel tempo, contribuiscono maggiormente alla genesi e all'evoluzione di sovrappeso e obesità nella popolazione adulta italiana».

Francesca De Vecchi

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