Attualità

apr122017

Autodidatti, spaventati e acritici: gli italiani alle prese con la "sana" alimentazione

55.000 soggetti sono stati seguiti per 7 anni, con lo scopo di capire quante e quali tipi di diete sono adottate nel nostro Paese: una ricerca che ha indagato il rapporto degli italiani con il cibo e il concetto di stile alimentare, nell'ambito della nuova edizione dell'Osservatorio Nestlé - Fondazione ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica). I risultati, presentati al congresso Nu.Me (Torino, 6-8 aprile 2017), svelano una relazione ambigua e contradditoria fra miti e false credenze.
Più della metà dichiara di aver seguito una dieta (51%) e in particolare una dieta "fai da te" (31%), auto-prescritta, basata su scelte che a volte rifiutano cibi demonizzati come nocivi, altre si affidano ad alimenti specifici ritenuti dei toccasana: il tè verde per le proprietà antiossidanti (33%), la curcuma per la potenziale funzione digestiva (20%).  Il 18% del campione seguirebbe la "dieta mediterranea", il 7% la "dieta Dukan", quindi quella "a zona" (4%) o "dello sportivo" (4%).
Sono risultati che svelano una profonda confusione degli italiani in tema di alimentazione e che fanno emergere "scelte non razionali e abitudini alimentari non basate su necessità ma dettate da miti del momento" ha commentato Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI. Basti pensare che il concetto di dieta mediterranea sembra relegato al solo consumo di frutta e verdura, mentre negli ultimi anni è diminuito il consumo di carne, pane e formaggi.
Gli italiani, infine, sembrano non sentire il bisogno della garanzia di un esperto. Solo il 16% si rivolge al medico di fiducia per definire il tipo di dieta più adatto da intraprendere. I più decidono le restrizioni dietetiche in autonomia. "Dato che deve farci alzare le antenne", commenta Fatati. Non solo infatti il sovrappeso continua a crescere (28% nel 2009 vs 30% nel 2016), ma aumenta anche il numero di pazienti che dichiara di soffrire di allergie e/o intolleranze: il 12% del campione dichiara di essere allergico al lievito, allergia che invece non è scientificamente provata; è in particolare una convinzione diffusa presso le persone obese (17%) che dichiarano di sentirsi gonfie e spossate, apparentemente sintomi della presunta allergia.
Troppa confusione.  "Un primo passo verso una maggiore consapevolezza - secondo Fatati - potrebbe essere l'affidarsi un po' meno all'esperienza personale e lasciare al medico la diagnosi di reali patologie."

Francesca De Vecchi


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