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gen192018

Miele: la qualità dipende anche dall'origine

Prodotto ottenuto dalle api (Apis mellifera), il miele deriva dalla digestione del nettare floreale oppure della melata, una sostanza ricca di zuccheri e sali minerali, secreta da alcuni afidi che si nutrono della linfa di conifere, querce e faggi (si parla in questo caso di miele di melata).

La composizione del miele dipende da diversi fattori: il luogo in cui le api hanno raccolto e immagazzinato, la flora originaria, le condizioni climatiche e non ultimo le tecniche di lavorazione applicate per conservarlo come alimento. È costituito al 20% circa da acqua, e quasi per il 70% da zuccheri semplici, glucosio e fruttosio ed è ricco di sali minerali, vitamine, sostanze bioattive ed enzimi, ai quali sono attribuiti i principali effetti benefici sulla salute. La sua composizione in zuccheri semplici lo rende particolarmente digeribile, mentre, a parità di peso ha un potere dolcificante maggiore del saccarosio, ma meno calorie (in media, 304 calorie/100 g). Il potere antiossidante e anti-infiammatorie dei flavonoidi e dei polifenoli presenti (in quantità diverse, da miele a miele, in funzione della sua origine floreale), come per altri alimenti, sta mettendo il miele al centro di molti studi finalizzati alla prevenzione delle patologie derivanti dagli stress ossidativi; ma la ricchezza di sostanze, che si mantengono inalterate quando il miele non subisce trattamenti termici di stabilizzazione ed è conservato in modo ottimale, conferisce al miele anche proprietà anti-batteriche e anti-virali apprezzate fin dai tempi antichi.

Il miele però, come si diceva è il prodotto dell'ambiente da cui deriva e quindi può essere veicolo di sostanze che residuano. La filiera di produzione oggi è attentamente monitorata e i controlli delle Autorità sono frequenti, anche in virtù del fatto che è un alimento spesso indicato per bambini in età scolare, anziani, sportivi, convalescenti e donne in gravidanza.

Scegliere un prodotto che dia garanzia sull'origine e la provenienza è un primo passo per consumare un alimento sicuro e di qualità. Per legge il miele non deve contenere sostanze che costituiscono un pericolo per la salute umana e che possono derivare da pratiche di lavorazione scorrette da un punto di vista igienico-sanitario o dall'ambiente di provenienza. C'è una ragione infatti se la presenza di residui estranei alla sua composizione di base, è utilizzata come indicatore della salute ambientale e, non ultimo, di quella delle api. Maggiore infatti è il carico di inquinanti ambientali, anche rilevanti da un punto di vista tossicologico, tanto più queste sostanze saranno rilevate nel miele. Destano preoccupazione gli elementi che si originano dalla presenza umana nel territorio in cui avviene la raccolta (metalli pesanti come cadmio e mercurio, residui di pesticidi, inquinanti organici) e l'uso di farmaci e antibiotici veterinari il cui impiego a basse dosi e ove necessario è consentito per limitare il diffondersi di eventuali malattie negli alveari. La presenza di numerosi residui di pesticidi neonicotinoidi è stata rilevata da un recente monitoraggio eseguito su mieli di diversa provenienza: le quantità determinate sono ancora al di sotto dei limiti stabiliti in Europa per legge, ma risultano essere preoccupanti per la salute stessa delle api. Negli ultimi anni inoltre, a dimostrazione dell'attenzione verso questa filiera, il miele è attentamente controllato anche per la presenza dialcaloidi pirrolizidinici, un vasto gruppo di tossine prodotte da diverse specie vegetali e presenti nella filiera alimentare in modo accidentale: Efsa, in un recente parere (luglio 2017) ha messo in guardia dal possibile effetto tossico di queste sostanze a breve e medio periodo soprattutto in forti consumatori, tra cui i bambini, e auspicato un attento monitoraggio per il futuro.

Francesca De Vecchi
Fonte: Farmacista33.it


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