Attualità

lug192018

Norovirus: alimenti crudi a rischio

Quelle da contaminazione di batteri patogeni rimangono, in Italia, fra le allerte alimentari più diffuse, causa di zoonosi. Sono patologie che si manifestano in seguito all'ingestione di cibo contaminato da forme microbiche o dalle loro tossine. Colpiscono di solito l'apparato gastroenterico con nausea, vomito, crampi addominali e diarrea, ma i sintomi emergono in tempi diversi in funzione dell'agente. Una volta ingeriti, i batteri o le loro tossine si moltiplicano nel lume intestinale. Si parla però, più correttamente di intossicazione quando la patologia è causata da alimenti contenenti tossine prodotte dal microbo presente prima del consumo o di tossinfezione quando sono stati ingeriti alimenti che contenevano sia il microrganismo sia le sue tossine; la tossicità, in quest'ultimo caso, è data dalle tossine preformate e da quelle in seguito prodotte nell'ospite dalle cellule vive introdotte con l'alimento.
Il numero delle malattie alimentari è in aumento, anche per le maggiori conoscenze diagnostiche, ma le cause sono da ricercare anche fra il cambiamento delle abitudini e stili di vita, il maggior consumo di alimenti crudi o poco trattati e l'aumento delle persone sensibili. Accanto alle più diagnosticate campilobatteriosi, listeriosi o salmonellosi, meno riconosciuta è l'infezione causata da Norovirus, un virus a singolo filamento di RNA, che rappresenta uno tra gli agenti più diffusi di gastroenteriti acute di origine non batterica, già noto come virus di Norwalk, città dell'Ohio da cui ebbe origine una vasta epidemia di gastroenterite nel 1968. Da una decina d'anni, tuttavia, la diagnosi è facilitata dalla maggiore disponibilità di test rapidi per la ricerca da campioni biologici. Ad oggi sono noti tre genogruppi di Norovirus: GI, GII e GIV in grado di infettare l'uomo, suddivisi in più di 30 genotipi (Epicetro.it).
Questo virus enterico è a trasmissione oro fecale e il serbatoio principale è l'uomo. Attraverso la contaminazione delle acque può facilmente arrivare agli alimenti: bevande, frutti, soprattutto fragole o frutti di bosco in generale, verdura e frutti di mare, come mitili e ostriche, che più facilmente vengono consumati crudi o poco cotti. In Italia i casi più gravi sono stati segnalati proprio in conseguenza al consumo di molluschi bivalvi crudi. E' però un virus sensibile al calore, quindi la cottura - nel caso sia possibile - lo inattiva rendo sicuro il consumo.
E' bene quindi, soprattutto per le categorie più esposte, rispettare le norme igieniche di base, lavando accuratamente frutta e verdura. Particolare attenzione va posta nell'acquisto di molluschi bivalvi vivi: che siano di sicura origine (controllare sempre che vi sia apposta un'etichetta alla confezione) e cotti, avendo la precauzione di cuocerli fino a 5 minuti oltre l'apertura delle valve.

Francesca De Vecchi


DALLE AZIENDE