Clinica

mag182016

Come prevenire le ricadute nei disturbi dell'alimentazione?

La ricerca e l'esperienza clinica indicano che le ricadute non sono insolite nel corso di un trattamento per disturbi dell'alimentazione. Per tale motivo i moderni trattamenti psicologici, come la terapia cognitivo comportamentale migliorata (Cbt-e), hanno ideato specifiche strategie e procedure per aiutare i pazienti a sviluppare abilità per prevenire la ricaduta.
I passi indietro (setback) prevedono il ritorno di una o più espressioni del disturbo dell'alimentazione (per es. abbuffata, vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, esercizio fisico eccessivo e restrizione dietetica). Il ritorno di questi comportamenti disfunzionali è preceduto dall'attivazione dello stato mentale (mindset) tipico del disturbo dell'alimentazione, cioè delle preoccupazioni per il peso, la forma del corpo e il controllo dell'alimentazione.
Nel corso della Cbt-e i pazienti, in genere, riportano una progressiva diminuzione dell'intensità delle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo e gradualmente iniziano sperimentare periodi in cui sono "dentro (in)" e "fuori (out)" dallo stato mentale del disturbo dell'alimentazione. I periodi "out" sono brevi perché eÌ facile che lo stato mentale del disturbo dell'alimentazione sia riattivato da specifici stimoli (per es. eventi collegati al peso, alla forma del corpo e all'alimentazione, difficoltà interpersonali e stati negativi dell'umore). Una volta che lo stato mentale si eÌ riattivato, rapidamente ritornano le espressioni comportamentali del disturbo dell'alimentazione e si può verificare la ricaduta.
Per tale motivo è importante che i pazienti imparino a identificare prontamente i segnali precoci di riattivazione dello stato mentale del disturbo dell'alimentazione e a decentrarsi immediatamente da esso facendo l'opposto del comportamento che sono stimolati a compiere (per es. "Al posto di saltare il pranzo, mangio"). La chiave è che i pazienti imparino a "rimettersi in carreggiata" rapidamente e che simultaneamente si sforzino di prendere parte ad attività che che facilitano il decentramento (per es. socializzare).
I dati derivati dai trial clinici che hanno valutato la Cbt-e indicano che due terzi dei pazienti raggiungono la la remissione piena dal disturbo dell'alimentazione alla fine del trattamento e che, grazie all'implementazione di strategie e procedure personalizzate di prevenzione della ricaduta, gli effetti sono duraturi.

Per approfondimenti:
Dalle Grave  R. Come vincere i disturbi dell'alimentazione. Un programma basato sulla terapia cognitivo comportamentale. Seconda Edizione ed. Verona: Positive Press; 2016.
Dalle Grave R, El Ghoch M, Sartirana M, Calugi S. Cognitive Behavioral Therapy for Anorexia Nervosa: An Update. Curr Psychiatry Rep. 2016;18(1):1-8.

Riccardo Dalle Grave

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