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mar112016

Glifosato: dubbi sugli effetti per l'uomo. L'Italia chiede sia messo al bando

Il glifosato è un principio attivo usato in agricoltura e orticoltura per la produzione di erbicidi, applicati per combattere in modo non selettivo tutte le erbe infestanti che competono con le colture. È indissolubilmente legato a un'altra questione molto controversa perché impiegato su coltivazioni Ogm Roundup ready, modificate geneticamente proprio per resistergli. Si calcola che l'uso massiccio sia cominciato a fine anni '90 e che da allora 1/3 dei campi negli Stati Uniti sia stato irrorato con una fonte di glifosato. La principale fonte di esposizione per la popolazione è la dieta.
Da qualche mese è terreno di scontro fra un gruppo formato da Stati membri (fra cui Italia, Olanda e Francia) e associazioni ambientaliste, che ne chiedono la messa al bando, e la Commissione Europea, chiamata invece a rinnovare entro il prossimo giugno l'autorizzazione di utilizzo della sostanza attiva e quindi l'impiego dei erbicidi che lo contengono, per altri 15 anni.
Il parere scientifico sulla sua cancerogenicità, richiesto a Efsa dalla Commissione per orientare la decisione, è arrivato a conclusioni opposte rispetto a quanto detto dalla Iarc, l'Agenzia di ricerca sul cancro del WHO, che a marzo del 2015 aveva classificato l'erbicida come probabilmente cancerogeno per l'uomo (gruppo 2A). Secondo Efsa invece, è improbabile che sia genotossico o che rappresenti una minaccia di cancro per l'uomo. La mole di studi esaminati, sia epidemiologici sia su animali, superiore a quella presa in esame dalla Iarc, non ha dimostrato alcun nesso tra esposizione e insorgenza di cancro nell'uomo; va detto che i criteri di valutazione applicati dalle due agenzie sono diversi: analisi del solo principio attivo per Efsa; analisi del principio attivo e dei formulati (erbicidi) che lo contengono, per Iarc - approccio che ha fatto ipotizzare che la pericolosità sia ascrivibile ad alcune delle sostanze coformulanti che, insieme al principio attivo, costituiscono il diserbante. 
Al termine del processo di valutazione è stata fissata per la sostanza, per la prima volta, una dose acuta di riferimento (Dar) pari 0,5mg/kg di peso corporeo, che rappresenta un primo passo verso la revisione dei livelli massimi di residui di glifosato negli alimenti, già prevista per il 2016. Intanto la Commissione sta pensando di proporre delle misure contenitive fra cui diminuire i tempi di autorizzazione da 15 a 10 o 8 anni, in attesa che i 28 Stati membri si pronuncino per consentire una decisione largamente condivisa.

Francesca De Vecchi

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