Clinica

nov12016

Aspettativa di vita e mortalità: differenze tra vegetariani e non vegetariani

Recentemente è stato pubblicato uno studio presso l'università di Oxford che ha avuto come obiettivo quello di descrivere la mortalità in una coorte di vegetariani e non-vegetariani nel Regno Unito.
Lo studio ha coinvolto 60.310 persone che vivono negli Stati Uniti, di cui 18.431 mangiatori di carne regolari (con consumi di carne di 5 volte / settimana in media), 13.039 bassi mangiatori di carne (in media 2 volte a settimana), 8516 mangiatori di pesce e 20.324 i vegetariani (2228 vegani). I risultati non hanno evidenziato alcuna differenza significativa in generale (per tutte le cause) in termini di mortalità tra i diversi gruppi di dieta.
Interessanti differenze significative in termini di mortalità sono state evidenziate per i tumori maligni in generale (inferiore nei mangiatori di pesce), il cancro al pancreas (più bassa in mangiatori di carne e vegetariani), tumori del tessuto linfatico/emopoietico (più bassa nei vegetariani) e per le malattie respiratorie (più bassa nei mangiatori di carne). Un'ulteriore aggiustamento per indice di massa corporea ha lasciato queste associazioni in gran parte inalterate.
Nel Gennaio del 2016 sono stati pubblicati i risultati di un altro studio condotto all'Università di Oxford, circa le abitudini di vita e il relativo stato di salute di 11.140 soggetti onnivori, vegetariani e vegani. A seguito di un follow-up di circa 12 anni, come da aspettative, il tasso di mortalità nella coorte dei "non-meat-eaters" risultava inferiore rispetto a quello dei "meat-eaters". In seguito ad aggiustamenti statistici riguardanti il Body Mass Index (Bmi), l'abitudine al fumo e la classe sociale, i risultati non erano più statisticamente significativi e ciò indica che non è presente una correlazione certa tra le abitudini alimentari (e in particolare il consumo di carne e prodotti di origine animale) e il tasso di mortalità per malattie cardiovascolari o per tumori. La chiave per una corretta alimentazione, volta a tutelare la salute dell'individuo, non è quindi l'esclusione della carne o dei prodotti di origine animale, ma seguire una dieta il più varia possibile che includa ogni tipo di alimento in modo che non vi siano mancanze di macro e micronutrienti, quotidianamente essenziali per la crescita, lo sviluppo e il mantenimento della salute. Il modello di dieta che rispecchia meglio queste caratteristiche è la Dieta Mediterranea che, come dimostrato dallo Seven Country Study di Ancel Keys, riduce sensibilmente il rischio di patologie cardiovascolari. Nella Dieta Mediterranea sono presenti principalmente alimenti di origine vegetale che vengono consumati ogni giorno (frutta, verdura, pane, cereali, patate, legumi, noci, semi); pesce, pollame, formaggi e uova in quantità modesta-moderata; carni rosse in ridotta quantità, olio di oliva come principale fonte di grassi e vino in quantità modesta-moderata, generalmente durante il pasto.

Simone Perna

Per approfondimenti:
Appleby, P. N., Crowe, F. L., Bradbury, K. E., Travis, R. C., & Key, T. J. (2015). Mortality in vegetarians and comparable nonvegetarians in the United Kingdom. The American journal of clinical nutrition

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