Clinica

ott32017

Esiste un'importante relazione tra alimentazione e malattie autoimmuni

Un rapporto diretto tra i livelli di BAFF (B Cell Activating Factor), citochina infiammatoria che si sviluppa anche per un'alimentazione scorretta, e l'induzione e il mantenimento di alcune malattie autoimmuni era stato già ipotizzato nel recente passato.
La tiroidite di Hashimoto per esempio è una delle malattie in cui l'innalzamento del BAFF può essere la causa diretta della induzione e del mantenimento della tiroidite, come proposto da Campi nel 2015 (1) e segnalato da Nutrizione 33 nei mesi scorsi. 
Già numerose ricerche sperimentali avevano suggerito una relazione tra BAFF e malattie autoimmuni su modelli animali, ma nell'aprile 2017 Steri (2) ha pubblicato sul NEJM una ricerca effettuata sull'uomo che conferma in modo preciso il rapporto tra BAFF e malattia lupica e Sclerosi multipla. La ricerca internazionale, coordinata dall'Università di Sassari, ha aperto la strada a nuove prospettive di diagnosi e di terapia. I ricercatori hanno fatto convergere l'evidenza genetica e quella funzionale in modo preciso, definendo anche le modalità con cui certi tipi di mutazione del DNA possono esprimersi sul piano clinico. Per rintracciare l'importante relazione con l'aspetto nutrizionale dobbiamo però risalire ai lavori del norvegese Lied (3) che ha documentato come l'assunzione di un cibo, in soggetti che manifestano sintomi di reattività alla sua introduzione, determina la produzione di BAFF, citochina apparentata con il TNF alfa e dotata di molte proprietà infiammatorie e anche metaboliche, fatto che spiega l'effetto sul metabolismo di un certo tipo di dieta.
Integrando questi dati si ottiene conferma di una serie di punti importanti:
• BAFF è legato alle malattie autoimmuni
• La presenza di una particolare variante genetica può influire sulla evoluzione della malattia
• La stessa variante genetica può modificare la risposta alla terapia
• L'innalzamento del BAFF è dovuto anche ad altri fattori ambientali (come l'alimentazione)
• Molte persone con un livello di BAFF elevato 10-12 anni prima dello studio hanno poi sviluppato malattie autoimmuni.
La conoscenza del profilo alimentare individuale e dei livelli di infiammazione correlata al cibo consente di interferire efficacemente nella modifica delle citochine infiammatorie.
Sono indicazioni di estremo interesse per la pratica medica attuale e futura. Basti pensare al fatto di poter misurare i livelli di citochine e di poterne modulare la riduzione attraverso scelte alimentari personalizzate, che consentono di contribuire alla prevenzione e alla terapia di patologie come l'artrite reumatoide e psoriasica, le vasculiti e le connettiviti indifferenziate fino alle tiroiditi autoimmuni.

1) Campi I et al, Thyroid. 2015 Sep;25(9):1043-9. Epub 2015 Aug 13
2) Steri M. et al, N Engl J Med. 2017 Apr 27;376(17):1615-1626.
3) Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73. Epub 2010 Mar 26)

Attilio Speciani


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